Il vino: ieri e oggi, come e quando fa bene
22 MARZO 2018

L'origine della coltivazione della vite, pianta tipica del bacino del Mediterraneo, si colloca nella notte dei tempi: qualche storico la farebbe risalire addirittura a Noè. Sicuramente, a partire dal periodo greco-romano, sulle tavole dei nostri antenati il vino non mancava mai, pur essendo molto acido e stucchevole e, per questa ragione, mischiato sempre con l’acqua.

Oggi le cose sono cambiate; si produce mediamente vino di alta qualità e a seconda delle uve usate e dal metodo adottato per trasformare il succo d'uva nella preziosa bevanda, si può ottenere una vasta scelta di differenti qualità di vini a diversa gradazione alcolica: vini novelli, invecchiati, liquorosi o spumanti.

Ci si chiede spesso se il vino fa male e quanto se ne possa bere.

L’alcool contenuto nel vino viene rilevato nel sangue a partire da 5 minuti dopo il consumo e raggiunge la massima concentrazione in un tempo variabile tra i 30 minuti e le 2 ore.
Il 90-95% di questo alcool viene degradato dal fegato ed è proprio questo processo che causa la formazione di sostanze dannose per il nostro organismo.
Il passaggio nel sangue è tanto più rapido quanto più elevata è la concentrazione alcolica,  mentre l'assunzione di una stessa quantità di alcol frazionata in più dosi determina un tasso alcolico inferiore.

Se da un lato è auspicabile bere vino con moderazione per evitare spiacevoli e dannosi effetti sull’organismo, dall’altro il vino contiene in sé anche sostanze utili alla nostra salute perché è ricco di polifenoli. Queste sostanze hanno una spiccata azione antiossidante e protettiva nei confronti delle cellule del nostro organismo, tanto che oggi si è arrivati addirittura a proporre la vinoterapia, che consiste in massaggi a base di mosto o nell’immergersi nel vino o nello champagne. Pare che queste tecniche per mantenersi giovani fossero usate addirittura da Cleopatra e Lucrezia Borgia.

Quindi il vino in tutte le sue accezioni può essere considerato un ottimo alimento, da sorseggiare, gustare, annusare senza però mai superare i due bicchieri a pasto.

Certamente oggi, non solo in Italia o in Europa, è difficile immaginare un buon pranzo, una buona cena, una serata in compagnia senza l'indispensabile apporto del buon vino, o meglio dei buoni vini. 

Non mi resta che augurarvi un buon brindisi.
Prosit
Dr. Paolo Paganelli.


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