I prodotti a Km 0 sono migliori a livello nutrizionale?
29 MARZO 2024

La  locuzione “Km 0” diventa di uso comune nei primi anni del XXI secolo quando diventa più forte  l’esigenza sociale di dare maggior attenzione a dei canali di acquisto più sensibili nei confronti dell’ambiente e più coscienziosi verso la salute dei consumatori.

Concettualmente “Km 0” significa che l’alimento viene prodotto, coltivato e distribuito da produttori locali che hanno un forte legame con il territorio e che sono votati alla riscoperta e alla salvaguardia dell’ambiente. Tali produttori non solo valorizzano i prodotti locali, ma anche i loro antichi sapori.

Al “Km 0” si associa anche l’espressione “filiera corta”, intesa come acquisto diretto del prodotto attraverso un minor numero di passaggi possibili tra chi produce e chi consuma.

In antitesi, troviamo la filiera lunga della grande distribuzione, fatta di molti passaggi: produttore, grossista, piattaforma, negozio al dettaglio, ecc.

I prodotti a Km 0 sono potenzialmente tutti i prodotti freschi reperibili nel proprio territorio: frutta e verdura, legumi, latte, uova, vino, carne, cereali. Il vantaggio per il consumatore che li acquista è legato alla loro stagionalità, che ne garantisce un elevato valore nutrizionale dato che non hanno subito lo shock legato al trasporto.
Anche la società trae dei vantaggi dal consumo di questo tipo di prodotti, in quanto si evitano lo spreco e i costi associati all’uso dei carburanti e delle celle frigorifere.

Scegliere prodotti a Km 0 significa anche minor inquinamento dell’aria e minor traffico veicolare sulle nostre strade e autostrade.

Per ultimo, ma non per questo meno importante, acquistando prodotti a km 0 il consumatore può arrivare a conoscere direttamente i produttori e questo porta alla creazione di reti interrelazionali di valore tra coloro che lavorano la terra e coloro che ne consumano i prodotti.

Ovviamente non tutti i prodotti possono essere a Km 0: molti di quelli consumati non sono sempre legati al territorio, ma NON significa che siano prodotti da bandire. Un semplice esempio ce lo forniscono i frutti esotici come la banana, il dattero, l’ananas: questi non possono essere legati al territorio perché in Italia non abbiamo piante di queste specie. 

Scegliere prodotti a Km 0, in sostanza, presenta diversi vantaggi per il consumatore perché non solo valorizza i prodotti stagionali, naturalmente più ricchi di valori nutrizionali, ma sostiene il piccolo commercio e ha un impatto favorevole sull’ambiente, grazie ai minori costi di trasporto.

Un affettuoso saluto dal vostro Nutrizionista 

Dr. Paolo Paganelli 


CONDIVIDI
Filodiretto Punti Vendita