La colazione, si sa, è il pasto più importante della giornata, e nelle case della gran parte degli italiani il latte è il grande protagonista. Come comportarsi però quando si sviluppa un’intolleranza al lattosio?
A seguito di una sempre maggiore presenza di soggetti con questa intolleranza, in questi ultimi anni si è sempre più diffusa la tendenza a consumare latti di origine vegetale. Essi trovano largo consumo non solo tra coloro che per motivi biologici non possono consumare latte vaccino e suoi derivati, ma anche tra coloro che per scelta abbracciano il veganesimo e quindi non consumano alimenti di origine animale.
Tuttavia è necessario fare chiarezza sulle differenze che intercorrono tra il latte di origine animale e quelli di origine vegetale, che pur rappresentando una buona alternativa, posseggono caratteristiche chimico fisiche e nutrizionali molto diverse.
Non sono un sostenitore della necessità di consumare latte vaccino, perché dopotutto siamo gli unici mammiferi a consumarlo dopo lo svezzamento, ma neppure lo sconsiglio perché la risposta individuale alla presenza di lattosio varia da individuo a individuo. Non mi sentirei quindi di sconsigliare i latti vegetali a soggetti in buona salute che mi chiedessero il consenso di sostituirli al latte vaccino.
Ma cosa sono esattamente i latti vegetali? Possono essere consumati a colazione in alternativa al latte vaccino? Quali sono le loro caratteristiche e quali le loro proprietà?
In commercio ne troviamo davvero tanti e di diverse tipologie: latte di soia, di riso, di mandorle, d’avena, di cocco e persino di Kamut.
È qui bene ricordare che se si è celiaci il latte d’avena e quello di Kamut vanno assolutamente banditi. Lo stesso principio vale se si è intolleranti alla soia e alle mandorle.
Le caratteristiche delle bevande vegetali variano moltissimo a seconda dell’ingrediente principe utilizzato nella loro produzione: la soia è un legume; il riso, il kamut e l’avena sono cereali; le mandorle (Prunus dulcis) e il cocco (Cocos nucifera) appartengono rispettivamente alla famiglia delle Rosaceae e delle Arecaceae.
Senza entrare nel dettaglio, la sostituzione del latte vaccino con bevande di origine vegetale più che a necessità nutrizionali vere e proprie, risponde ad un soddisfacimento delle esigenze del consumatore, fatto salvo per situazioni di intolleranza o allergia al lattosio o alle proteine del latte.
I latti vegetali, infatti, non contengono lattosio né proteine del latte vaccino o colesterolo, tuttavia ciò non significa che siano alimenti ipoallergenici. Non dimentichiamoci che quella alle proteine della soia è una delle allergie più diffuse e sono frequenti anche disturbi verso le mandorle o l'avena.
Nonostante gli allergeni, i latti vegetali apportano un buona quantità di grassi insaturi (quelli buoni), sono privi di colesterolo e sono indicati in soggetti che vogliono seguire una dieta ipocolesterolemizzante.
Il latte di soia in particolare, che è il più diffuso e consumato tra quelli vegetali, apporta una buona quantità di lecitine, di omega 3 e di fibre alimentari.
Tutte le bevande vegetali sostitutive del latte vaccino sono spesso addizionate con calcio, vitamina D e B12 e dal punto di vista macronutrizionale si evidenzia anche un’aggiunta di saccarosio o glucosio nel latte di mandorle e olio di girasole nel latte d’avena e in quello di riso.
Per trovare quello più adatto alla propria colazione basterà scegliere il gusto che piace di più e fare attenzione che non contenga elementi cui si è intolleranti o allergici.
Il vostro nutrizionista
Dr.Paolo Paganelli