L'origine della coltivazione della vite, pianta tipica del bacino del Mediterraneo,si colloca nella notte dei tempi.
Nessuno sa con precisione quando l’uomo abbia scoperto la fermentazione alcolica ricavando dall’uva il meraviglioso nettare; di certo c’è che il vino che ne deriva è consumato ed apprezzato da oltre due millenni.
Qualche storico lo farebbe risalire addirittura a Noè.
Per tutto il periodo greco-romano e oltre, i simboli e gli strumenti di una civiltà contadina e agricola furono il grano, l'ulivo e la vite. La cultura alimentare su cui ancora oggi si fonda la cosiddetta "dieta mediterranea" si basa soprattutto su pane e pasta, olio d'oliva e vino e ortaggi.
Di certo il vino che veniva consumato dagli antichi non si poteva considerare di qualità: era sempre molto acido, stucchevole e veniva, proprio per questa ragione, mischiato con l’acqua. Tuttavia, sulla tavola dei nostri antenati, anche quelli più poveri, il vino non mancava mai.
Oggi le cose sono cambiate; si produce mediamente vino di alta qualità e a seconda delle uve usate e dal metodo adottato per trasformare il succo d'uva nella preziosa bevanda, si può ottenere una vasta scelta di differenti qualità di vini a diversa gradazione alcolica: vini novelli, invecchiati, liquorosi o spumanti.
Ci si chiede spesso se il vino fa male e quanto se ne possa bere.
L’alcool contenuto nel vino si chiama etanolo e nel giro di 5 minuti dopo l’ingestione viene rilevato nel sangue raggiungendo la massima concentrazione in un tempo variabile tra i 30 minuti e le 2 ore.
Il 90-95% viene degradato dal fegato ed è proprio questo processo che causa la formazione di sostanze dannose per il nostro organismo; ciò che non viene metabolizzato dal fegato viene eliminato da reni e polmoni.
Il passaggio nel sangue è tanto più rapido quanto più elevata è la concentrazione alcolica, mentre l'assunzione di una stessa quantità di alcol frazionata in più dosi, determina un tasso alcolico inferiore.
Se da un lato è auspicabile bere vino con moderazione per evitare spiacevoli e dannosi effetti sull’organismo, dall’altro il vino contiene in sé anche sostanze utili alla nostra salute perché è ricco di polifenoli e in particolare di resveratrolo.
Queste sostanze hanno una spiccata azione antiossidante e protettiva nei confronti delle cellule del nostro organismo, tanto che oggi si è arrivati addirittura a proporre la vinoterapia che consiste in massaggi a base di mosto o nell’immergersi nel vino o nello champagne. Pare che queste tecniche, per mantenersi giovani, fossero usate addirittura da Cleopatra e Lucrezia Borgia.
Quindi il vino in tutte le sue accezioni può essere considerato un ottimo alimento, da sorseggiare, gustare, annusare senza però mai superare i due bicchieri a pasto.
Certamente oggi, non solo in Italia o in Europa, è difficile immaginare un buon pranzo, una buona cena, una serata in compagnia senza l'indispensabile apporto del buon vino, o meglio dei buoni vini.
Non mi resta che augurarvi un buon brindisi.
Prosit