Il benessere è proprio dietro l'angolo
8 FEBBRAIO 2021

Il Km0 è senza dubbio la scelta tipica di un consumatore attento a 360 gradi. Questo tipo di commercio ha avuto, negli ultimi anni, un impatto positivo in tutti i settori: non è, infatti, solo il corpo a beneficiarne, ma anche l’economia locale e la natura stessa.

Cerchiamo di capire assieme cosa si intende per spesa a Km 0.

Già dal nome, si capisce che a fare la differenza è la “distanza” tra il produttore ed il consumatore. Il Km0, infatti, si riferisce a quei prodotti di aziende (spesso agroalimentari) del nostro territorio. Questo permette di sostenere e salvaguardare non solo i prodotti locali, ma anche le varie tecniche e metodologie di produzione, oltre che il legame stesso con il territorio.

I prodotti a Km0 sono tipicamente: verdura, frutta, cereali, legumi, carne, uova e vino. Negli ultimi tempi, però, la loro varietà nel settore agroalimentari si stà ampliando, proprio perché il consumatore è sempre più consapevole e attento. La conseguenza è la crescente richiesta di questa tipologia di prodotti.

Ma quali sono i vantaggi di questo approccio alla spesa?

  • Sicuramente la sostenibilità in quanto il Km0 tende ad avere un approccio più ecologico e meno consumistico. Provate a pensare a quanto carburante viene utilizzato per trasportare prodotti a molti Km di distanza dal nostro territorio. E che dire dell’aglio pakistano che compie 3300 km in aereo per arrivare nelle nostre tavole emettendo 1185 kgC02?
  • Seconda parola chiave è senza dubbio territorio. Molti prodotti tipici e le tecniche di lavorazione correlate rimangono vive proprio grazie a questo tipo di mercato. Basti pensare al radicchio di Treviso, al concetto e alla storia che ci sono dietro a questo meraviglioso prodotto e alle tecniche che ben sposano innovazione e tradizione.
  • Personalmente anche il Rapporto umano penso sia un grandissimo valore aggiunto del Km 0, che non si può scrivere nella lista degli ingredienti ma che è sicuramente fonte di salute. Dare un volto e un nome a chi produce ciò che poi arriverà nelle nostre tavole ci permette di scegliere attraverso uno strumento fondamentale, la fiducia!
  • Qualità e stagionalità: ogni frutto ha la sua stagione, e la sua provenienza. Far si che passi il meno tempo possibile tra la raccolta ed il consumo ci permette di aumentare la qualità del prodotto ed il suo valore nutrizionale.

Tra tutti i risvolti negativi del periodo che stiamo vivendo, sembra ce ne sia anche uno positivo: il dover per forza stare nel territorio ha riportato le persone al rapporto con il proprio territorio. Si è notato, infatti, un aumento esponenziale dalla quarantena di marzo/aprile in poi della richiesta e del consumo dei prodotti a Km0.

In termini di salute, poi, il Km0 la fa da padrone. Avete mai pensato che anche un vegetale può essere “vivo” quando lo consumate?  Vi porto un esempio che mi piace fare perché penso sia molto esplicativo: quando ero piccola i miei nonni tenevano l’orto e a me ed ai miei cugini d’estate piaceva cogliere i pomodori e mangiarli come fossero mele. Quel pomodoro sapeva di sole, d’estate e di vita!

Il Km0 rappresenta proprio questo in termini nutrizionali, la vita di cui è carico il prodotto e della quale possiamo nutrirci: vitamine, minerali, acqua, fibra…è tutto potenziato se il tempo che passa dalla raccolta al consumo si riduce.  

Se ci pensate bene, il Km 0 è un po' tornare alle origini perché il benessere stà proprio dietro l’angolo!

La vostra Nutrizionista
Dott.ssa Giulia Martin


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