Cesare Bovolato a metà anni ’60 getta le basi della catena Cadoro. In un libro la sua storia, metafora del Nordest ed il racconto di un “veneto che l’ha fatta"
MESTRE. All’inizio degli anni Sessanta il Veneto scopriva i supermercati, "invenzione" che dall’America era sbarcata prima a Milano per poi dilagare nelle altre regioni. Con i supermercati il mondo dell’alimentare non sarebbe stato più lo stesso. Cesare Bovolato fu uno dei pionieri di quella svolta: nel 1964, a Mestre gettò le basi di una catena, la Cadoro, che quest’anno ha compiuto mezzo secolo.
A raccontare quella che fu l’inizio di una rivoluzione sociale, oltre che un innegabile successo commerciale nel settore alimentare, è ora il libro "Il signore dei carrelli" scritto dal giornalista Edoardo Pittalis (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), che in oltre 130 pagine e foto racconta la trasformazione di un modello di consumo e anche una straordinaria avventura imprenditoriale. La storia di Bovolato è anche la storia del Nordest.
Ecco quindi i Bovolato, originari di Casale sul Sile sul Sile, trasferirsi a Oriago di Mira sul finire degli anni Trenta dove impegnano tutto quello che hanno per rilevare un’osteria “Al termine” con annessa biglietteria per il tram Venezia-Padova. Negli anni Cinquanta la famiglia cambia e punta su un negozio di alimentari a Mestre in via Calucci, una traversa di via Miranese a due passi della trattoria dell’Amelia. Pensano che la nuova Mestre si amplierà in quella direzione. Cesare ha imparato il mestiere lavorando come garzone da un amico di Oriago, sa come si sta dietro un bancone. Tutto va veloce per la famiglia. Attorno, è il momento del cambiamento e i Bovolato lo sentono. I conti si fanno sui quadernetti con la copertina nera, la spesa del mese si salda il 27 con lo stipendio, ma i piccoli esercizi aprono a cista d’occhio, ovunque. Nel 1962 Cesare si sposa e decide di aprire un negozio tutto suo: 200 metri in via Miranese che trasforma subito in un moderno e fornitissimo negozio di quartiere, quelli che allora si chiamavano “Superette”.
La prima foto di Bovolato lo vede nel nuovo negozio in camice bianco, tra bilancia e affettatrice rosse. L’azienda cresce come tutto il Veneto, negli anni ’60 e Cesare aggancio il sogno”americano”. Quel modello di supermercato che la società di Nelson Rockfeller ha portato in Europa come antidoto al comunismo. A Milano, nel 1957, alcun imprenditori mettono le basi di quelle che saranno poi le catene più riconosciute, ma in Veneto mancano i riferimenti e la formula milanese deve essere adattata al territorio. Ed ecco Bovolato che va a lezione, impara i segreti, studia trasporti e logistica, compra scaffali e carrelli ed apre il suo primo supermercato: 400 metri con regole su misura come “Pila alta, prezzi bassi”, cioè migliore qualità a minor prezzo possibile. Oggi i dipendenti sono quasi mille. Il “casoin” di via Miranese è diventato “il Signore dei carrelli” superando anche un passaggio che per le altre aziende si è rivelato fatale, quello generazionale.
Fonte: dal Gazzettino del nordest del 05/07/2014