9 LUGLIO 2016

MESTRE. Cosa c’entrano Italo Calvino e “Marcovaldo” con i supermercati Cadoro? Semplice: lo scrittore e la sua raccolta di novelle sono stati fonte di ispirazione per Cesare Bovolato, un’ispirazione per Cesare Bovolato, un’ispirazione che s’è presto tradotta nella catena Cadoro, nata di fatto mezzo secolo fa. È il 1964 quando il casoìn mestrino si ritrova a sfogliare il libro di Calvino, soffermandosi sulla novella “Marcovaldo al supermarket”. Legge con curiosità: “il supermarket funzionava come self service. C’erano quei carrelli, come dei cestini di ferro con le ruote, e ogni cliente spingeva il suo carrello e lo riempiva di ogni bendidio». La parole di Calvino sono un’illuminazione per Bovolato: dal casoìn bisogna passare al supermercato. Parte da qui, insomma, e più precisamente da un punto vendita in via Miranese, la storia della Cadoro e si dipana nell’arco di mezzo secolo in un articolato groviglio di situazioni storiche e sociali raccontate con eleganza e leggerezza dal giornalista Edoardo Pittalis nel suo “Il signore dei carrelli” (Edizione biblioteca dell’immagine).

Procedendo attraverso un vero e proprio excursus storico che ha il suo epicentro nel Veneto con un focus particolare su Mestre, Pittalis narra la storia di un successo imprenditoriale che si evolve in contemporanea alle rinnovate abitudini dei consumatori. La famiglia Bovolato, originaria di Casale sul Sile, apre la sua prima attività di generi alimentari a Mestre in via Calucci a inizio anni 50. «È il momento del cambiamento», racconta il giornalista nel libro, «ci sono pochi soldi ma c’è una grande fiducia. Si paga a fine mese, si segna su un quaderno con la copertina nera, si salda il 27 con lo stipendio».
Nel 1964 Cesare Bovolato apre da solo un punto vendita in via Miranese. Di fatto è la nascita della catena Cadoro, perché l’ormai l’ex casoìn gestisce tutto come fosse un supermercato. «Bovolato sceglie un negozio di 200 metri quadrati e lo trasforma subito in un moderno e fornitissimo negozio di quartiere, di quelli che chiamano “Superette”, a metà fra il negozio di vicinato e il piccolo supermercato», racconta Pittalis. Ma il sogno di Bovolato si corona nel novembre del 1968, con l’acquisto del suo secondo supermercato sotto l’ex cinema San Marco e l’ufficializzazione del marchio “Cadoro snc”. Un nome che, rivela Pittalis nel suo racconto sciolto e pieno di aneddoti, nasce dopo aver scartato “Rialto”, perché a Marghera esisteva già un negozio di alimentari con quella denominazione. Insomma, “approfittando” dei 50 anni di storia della Cadoro, Pittalis descrive in realtà mezzo secolo di storia veneta e soprattutto mestrina, con particolare attenzione all’evoluzione economica e ai cambiamenti della mentalità consumistica delle famiglie e, di conseguenza, del sistema di distribuzione. Una lettura che ha il valore di analisi economica in un settore, quello del commercio, che ha continuato ad evolversi aprendo pure molti dibattiti, come quello sulle aperture festive.

Fonte: dalla nuovavenezia.geolocal.it online del 29/06/2014


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