La Capasanta è chiamata anche in modi differenti: Cappasanta, pellegrina e conchiglia di San Giacomo. Quest’ultimo nome deriva dal luogo di scoperta, le coste Spagnole della Galizia, non lontane dal Santuario di Santiago (San Giacomo) di Compostela.
Venne chiamata così perché si diceva che la conchiglia venisse usata dal Santo per raccogliere l’acqua per le benedizioni. Per questo motivo divenne ben presto il simbolo del pellegrinaggio e ornamento tipico dei bastoni dei pellegrini.
Morbida, piccola, ricercata, la Capasanta è uno dei molluschi protagonisti delle feste natalizie. Al gratin, al forno o scottata, questo prodotto è da sempre un alimento ricercato e consumato dall’uomo fino dall’antichità. Aristotele ne rimase talmente entusiasta che scrisse la prima ricetta per esaltare il loro sapore unico: “Cucinarle alla griglia e cospargere il frutto con dell'aceto, al fine di esaltare la loro dolcezza”.
Tipico del Mar Mediterraneo, la Capasanta viene allevata oggi anche in Inghilterra, Paese ghiotto che la consuma tutto l’anno, in Francia e negli Stati Uniti lungo le coste Atlantiche. Infatti, è il terzo mollusco più consumato al mondo dopo le cozze e le vongole.
La Capasanta è un alimento molto pregiato, ricco di Omega 3, perfetto per chi ha il colesterolo alto poiché aiuta la sua riduzione. Questo frutto di mare, inoltre, è ricco di sali minerali, come Calcio e Sodio, di Vitamine, soprattutto A, e contiene solo 80 kcal per 100 gr. Normalmente è venduto già aperto, una conchiglia con il cuore commestibile, infatti il mollusco è rinchiuso tra due conchiglie di color rosso-arancio, perfette anche come ornamento decorativo per le vostre ricette. La Capasanta si divide in due: la parte bianca detta “noce” e da una parte rossa e più molliccia, chiamata “corallo”. La Capasanta è molto delicata pertanto devi prestare attenzione in fase di cottura. Non cuocerla a lungo, perderà il suo gusto leggermente dolce e la sua consistenza morbida e diventerà dura e stopposa.
Un Regolamento dell’Unione Europea definisce le caratteristiche minime di grandezza per la raccolta e la vendita, ovvero un diametro di almeno 10 cm. Questo ha lo scopo di tutelare la specie lasciando del tempo per la riproduzione e la crescita. Questo particolare e bellissimo frutto di mare è anche molto longevolo, può sopravvivere infatti fino a 18 anni!
La Capasanta Tradizionale
Gratinate, ricoperta da un impasto di pangrattato, aglio, sale, olio, prezzemolo.
Cotta per 10 min in forno a 180°.
Un aperitivo romantico:
Crostino con Capesante scottate su crema di piselli.
Una volta cotti i piselli in padella con soffritto e qualche fogliolina di menta, frullateli per creare una crema.
Scottate le Capesante nell’olio dei piselli.
Grattugiate la scorza di limone in una ciotolina, aggiundo dello sciroppo di rose e amalgamate il tutto. Adesso componete il crostino: pane, crema di piselli, capasanta e scorza di limone e voilà, un aperitivo nuovo e sfizioso!
Non si butta nulla!
Una volta degustata la Capasanta non buttate vie la conchiglia. Pulitela bene passando una paglietta di ferro sopra in modo da eliminare le impurità, sarà perfetta per impiattare in modo originale uno spaghetto di pesce o delle linguine zucchine e capesante. Un piatto veloce e arricchito di stile!