L'usanza di bere tisane è antica quanto il mondo: da secoli l’uomo fa uso di piante curative e medicinali. Questa tradizione continua ancora oggi, avvallata dalla ricerca biochimico-farmaceutica, che riconosce al mondo vegetale incredibili virtù terapeutiche.
Già nel Medioevo i monaci e gli adepti delle scuole mediche e alchemiche condussero studi rigorosi sulle erbe medicinali, effettuando precise classificazioni e suddividendole in base al loro effetto e alla loro efficacia. Nel XIX secolo, chimico e botanici fecero importanti passi avanti nella ricerca chimico farmacologica ponendo le basi della farmacognosia, la scienza volta allo studio dell’efficacia terapeutica dei principi attivi di fiori, foglie, radici e cortecce, singolarmente e nell’interazione dei loro principi attivi.
Tecnicamente, le tisane sono bevande ottenute per infusione o decozione di fiori, erbe, radici e cortecce e in relazione alle caratteristiche della pianta da cui hanno origine possono avere proprietà dimagranti, drenanti, lassative, anticellulite, diuretiche, digestive, sedative, antinfiammatorie.
Oggi in tutto il mondo ne vengono consumate al ritmo di circa quattrocento miliardi di tazze all’anno e sono reperibili un po' ovunque a seconda delle loro caratteristiche biologiche.
Anche in molti supermercati, oltre che nelle erboristerie, troviamo preparati per infusi in bustine che permettono di ottenere bevande gustose ed efficaci; inoltre è possibile acquistare le singole droghe o miscele concentrate ricevendone consigli per la preparazione e l’assunzione.
Una tisana di erboristeria contiene, oltre all’ingrediente principale, uno o più elementi adiuvanti, cioè piante che hanno lo scopo di aumentare gli effetti benefici dell’erba principale, e altre droghe che servono a correggere il gusto ma che, in alcuni casi, accrescono la biodisponibilità dei principi attivi presenti.
Il metodo di preparazione consiste nello sminuzzare le erbe in piccolissime scaglie (metodo della trinciatura), e proprio questa tecnica è di fondamentale importanza per la preparazione della tisana poiché influisce sulle proprietà terapeutiche e farmacologiche.
Altrettanto importanti sono l’omogeneità delle erbe utilizzate e le proporzioni in cui le diverse erbe vengono miscelate. Per questo la farmacopea internazionale raccomanda di non utilizzare mai più di otto diverse droghe vegetali, in modo da non inibire la bontà dell’effetto del singolo ingrediente.
Secondo i più accreditati "alchimisti", l’ideale sarebbe quello di non superare il numero di cinque e di dosarle in eguale misura.
Chimicamente, le erbe medicamentose interagiscono tra loro e non tenere conto dei delicati equilibri tra le diverse piante può portare al rallentamento, se non addirittura all’annullamento, dell’effetto benefico della tisana.
Consiglio tuttavia di prestare sempre attenzione alle caratteristiche e la qualità del prodotto che si consuma per evitare spiacevoli effetti collaterali che, in alcuni casi, possono essere anche importanti (eruzioni cutanee, disturbi gastro intestinali ecc.).
Mai prendere una tisana senza conoscerne prima le caratteristiche (anche il the o il caffè possono fare male): meglio rivolgersi sempre al proprio erborista o venditore di fiducia che saprà consigliare al meglio.