Eccoci con il nostro appuntamento mensile sul tema “imparare a leggere le etichette”. Spero che molti di voi già stiamo mettendo in pratica queste piccole pillole di salute.
Spesso nella lista ingredienti, troviamo, tra gli altri, dei nomi che non riconosciamo e che spesso non ci sembrano nemmeno ingredienti veri e propri. Quelli di solito sono gli additivi alimentari. Cercheremo in questo articolo di fare un po' di chiarezza, di capire a cosa servono e se sono dannosi.
A livello tecnico, si dice che queste sostanze sono utilizzate per aumentare la “shelf-life” del prodotto, ovvero la durata del prodotto, per far si che riesca a mantenere le caratteristiche, come ad esempio croccantezza o colore, per il maggior tempo possibile.
Provate a pensare ad una banana: appena aperta è bianca/grigio chiaro, ma dopo qualche ora all’aria diventa grigio scuro/nera. Questo non vuol dire sia diventata cattiva ma semplicemente che si è ossidata. Se pensate ad uno yogurt alla banana, invece, sarà sempre bianco. Questo perché è stato aggiunto un antiossidante, molte volte naturale, che permette al prodotto di mantenere le caratteristiche del “..come appena fatto”: questo “ingrediente” in più è un additivo alimentare.
Gli additivi alimentari devono essere indicati in etichetta con il nome dell’additivo o con una sigla europea che inizia con E, seguita da un numero di 3 o 4 cifre. Gli additivi differiscono tra loro per la categoria funzionale a cui appartengono, ovvero la funzione stessa dell’additivo all’interno dell’alimento. La legislazione attuale prevede 26 categorie. Vediamole nello specifico:
da E100 a E199 COLORANTI
da 200 a E299 CONSERVANTI
da E300 a E399 ANTIOSSIDANTI E CORRETTORI DI ACIDITA’
da E400 a E499 ADDESNANTI, STABILIZZANTI ED EMULSIONANTI
da E500 a E599 REGOLATORI DI ACIDITA’ E ANTIAGGLOMERANTI
da E600 a E699 ESALTATORI DI SAPIDITA’
da E900 a E999 VARI (cere, glasse, agenti ausiliari, dolcificanti, gas di conservazione, schiumogeni)
da E1100 a E1599 (altri prodotti non rientranti nelle precedenti categorie).
Negli anni, molte ricerche hanno confermato la tossicità di alcuni additivi, molti sono anche stati vietati o tolti dal mercato proprio perché le evidenze erano incontestabili. Sembra che gli apparati che risentano di più dell’abuso di queste sostanze siano quello respiratorio e intestinale, anche se problemi come cefalee e dermatiti sono stati associati ad alcuni di questi additivi.
Non tutti però sono dannosi. L’importante è imparare a conoscerli e capire quali è meglio limitare o evitare quando scegliamo un prodotto. Sapere tutti i nomi e le sigle per selezionare gli additivi che non sono dannosi ed evitare quelli che lo sono non è facile anche per chi è del settore, perché sono veramente numerosi e di varia natura.
Vi consiglio, quindi, di munirvi di una “guida” agli additivi alimentari, un libretto da tenere comodamente in borsetta ed utilizzare durante la spesa. Ce ne sono vari in commercio e tutti utili ed efficaci. Anch’io personalmente lo uso e, devo dire, che, ormai, è un mio compagno inseparabile tra gli scaffali.
La vostra Nutrizionista
Dott.ssa Giulia Martin